I feedback dei Kenakers.

Tanzania e Zanzibar

Ottobre 2023: Filippo e io, novelli sposi, partiamo per la nostra luna di miele. Direzione: Safari in Tanzania e poi Zanzibar.

Essendo entrambi fanatici di natura e soprattutto animali, nel nostro immaginario, il safari ha sempre rappresentato il viaggio dei sogni. Che dire ora che scrivo dal mio appartamento di Milano? E’ stato IL VIAGGIO, l’esperienza più bella della nostra vita (finora!), ben oltre le (seppur) altissime aspettative. Cristina e Anna hanno creato un itinerario su misura per noi, in tempi rapidi, con tanta proattività, assecondando in maniera efficace le nostre richieste, sottoponendoci preventivi accurati e competitivi (anche in termini di costi) e infine avvalendosi di corrispondenti locali d’eccellenza. Questo mix di elementi ci ha consentito di alloggiare in strutture deliziose e di incontrare la nostra guida di safari, Babuu. Grazie a Babuu – persona preparata e di spessore – ci siamo avventurati tra i migliori parchi della Tanzania: Tarangire, Manyara, Ngorongoro e Serengeti…e che spettacolo ragazzi! Deserti, giungle, cieli, sole, piogge, albe, tramonti, silenzi assoluti e sguardi di animali maestosi hanno formato in noi ricordi indelebili, che ci lasciano tutt’oggi senza fiato. Colori, immagini, sensazioni ed emozioni mai sperimentati prima (eppure di viaggi intercontinentali ne abbiamo fatti!). Per non parlare della prosecuzione della vacanza a Zanzibar, dove – specialmente al Jua Retreat – il tempo si è fermato, consentendoci di riconciliarci con i ritmi di madre natura, in una bolla di meravigliato stupore.

Detto ciò, mi rendo conto che ora non saprei se ringraziare (o rimproverare) Kenako Travel per averci iniziato a quella bellissima schiavitù chiamata “mal d’Africa”.

Grazie dal profondo del cuore.

Tanzania e Zanzibar
Chiara e Filippo
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Isola di Zante

Durante la nostra vacanza sull’isola di Zante, abbiamo villeggiato nella tranquilla zona di Tsilivi, situata a pochi minuti d’auto dalla cittadina di Zante, una zona sicuramente strategica. L’albergo in cui abbiamo soggiornato è una struttura lussuosa e moderna, curata in ogni piccolo dettaglio. Fornita con servizi di alta qualità, dal personale competente e premuroso. Da Tsilivi si possono raggiungere con facilità tutti i luoghi più caratteristici di Zante, tra cui le bellissime spiagge che si trovano nella parte sud est; nella parte sud ovest dell’isola, l’isola di Cameo, raggiungibile a piedi dal porto di Agios Sostis. Sempre dallo stesso porto partono le visite guidate per l’isola di Marathonisi, dimora delle tartarughe marine, che si possono incontrare nelle acque circostanti. Un’altra tappa raccomandata è il porto di St. Nikolaos, nella parte nord ovest dell’isola, con una natura incontaminata e dal panorama stupendo. Ma Zante riserva altre attrattive nella parte nord ovest, come le visite alle grotte blu con sosta all’iconica spiaggia con il relitto ‘Shipwreck’, posto che si contraddistingue per un mare blu cobalto e dalle pareti bianche rocciose. Per gli amanti dell’enogastronomia, raccomandiamo la visita nell’entroterra ad una delle aziende vinicole più rinomate della Grecia che produce vini eccellenti, sia bianchi che rossi. Il grande plus di questa azienda, è decisamente il loro ristorante gourmet, dove si possono abbinare i loro vini ad un menu dai sapori tradizionali, ma con un twist moderno. Consigliamo Zante per chi vuole dedicare la propria vacanza all’insegna del relax.

Il nostro ringraziamento a Cristina della Kenako Travel per l’organizzazione di questa splendida vacanza.

Isola di Zante
Naika e Davide
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Tour Siciliano

Marzo 2020. Sappiamo tutti cosa è successo. Per noi un anno indimenticabile, l’anno del nostro matrimonio, programmato a giugno. Parte il lockdown e noi spediamo gli inviti, speranzosi che tutto si risolvesse in poco tempo. Ovviamente tutto salta e mi ritrovo a spostare un matrimonio a settembre, annullare un viaggio di nozze in Sudafrica e sperare che tutto vada per il meglio. E succede che il miracolo arriva per davvero! Siccome avevamo a disposizione qualche giorno di ferie pensiamo di organizzare qualcosa. Ma la voglia di mettersi a cercare dove andare, prenotare hotel ed esperienza è nulla. Quindi mi balena per la testa un solo nome: Cristina! Come ho fatto a non pensarci prima? 😛

Le destinazioni sono limitate ma la Sicilia ci sembra una meta ottima per le varie possibilità che offre. Quindi la nostra “salvatrice” si mette all’opera e in breve tempo ci organizza un viaggio tra Palermo, Marsala, Agrigento, Ragusa, Siracusa, Taormina e Cefalù. Che dire… Itinerario super, alloggi bellissimi e siamo anche stati fortunatissimi con il tempo! Oltre al bellissimo regalo a Ragusa (ancora grazie!), Cristina ha saputo cogliere l’essenza di quello che cercavamo. Un po’ di leggerezza dopo mesi faticosi, intensi e molto stressanti. La degna conclusione di una bellissima festa che, in fondo, ci meritavamo! Grazie Cri e grazie Kenako Travel!!!

Tour Siciliano
Simona e Luca
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Giordania

Organizzazione molto buona, il corrispondente locale teneva sotto controllo tutto sentendo il driver ogni giorno, le indicazioni e i timing erano precisi, le visite ben calibrate (ai limiti della resistenza fisica), il driver ufficiale che ci ha portato in giro era una persona anche molto piacevole e divertente (ufficiale perché ogni tanto veniva sostituito da un altro autista, che però svolgeva un buon lavoro anche lui) gli alberghi rispettavano le stelle, anzi a Gerusalemme ci hanno fatto upgrade a un 4 stelle. Direi ottimo tour.

Giordania
Giulio
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Norvegia

Ciao Anna! Ciao Cristina!

E’ stato un piacere sentirti e ricordare il viaggio in Norvegia, in questi giorni l’ho ripercorso tutto 🙂
Per descriverlo, una parola: emozione. E’ cominciata da subito durante il viaggio in aereo quando Simone, il fotografo che ci ha accompagnato, ci ha fatto scorgere un’aurora boreale dal finestrino. L’emozione è poi esplosa la prima sera di “caccia alle aurore”; la notte ci ha regalato un paesaggio che non dimenticheremo mai, sdraiati su un lago ghiacciato: un cielo infiammato di aurore verdi e rosa, che all’improvviso hanno cominciato a danzare!
Dopo esserci riempiti gli occhi, abbiamo cenato intorno al falò e la guida locale ci ha fatto scoprire come nasce questo fenomeno meraviglioso.
L’esperienza non sono state solo le escursioni notturne, ma anche e soprattutto le attività organizzate durante il giorno: dall’escursione in catamarano  con una buonissima zuppa di pesce cucinata a bordo dal capitano, la visita all’allevamento delle renne (che si avvicinano e ci “corteggiavano” per avere da mangiare), alla corsa con i cani da slitta in un paesaggio intatto e fiabesco (la nostra preferita!) e infine l’escursione nei fiordi alla scoperta dei paesaggi più belli.
L’organizzazione è stata perfetta, sia per l’accompagnatore che per le varie attività che hanno reso indimenticabili i 5 giorni in Norvegia, abbiamo apprezzato molto gli spostamenti in minibus con una guida locale che ci ha svelato racconti e segreti delle zone visitate e irrinunciabile il loro supporto per l’esperienza nell’interpretare il cielo e spostarsi velocemente dove avremmo avuto più possibilità di vedere le aurore boreali.

Grazie per questo sogno!

Vi mando qualche foto e ci sentiamo per il prossimo viaggio.

Norvegia
Giulia & Fabio
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Fuerteventura e Lanzarote

I nostri racconti

A novembre quando ancora mi trovavo in Nuova Caledonia per un viaggio personale  ricevo un whatsapp dalla mia amica Elisa che mi propone di prenotare   un volo per Fuerteventura a gennaio, periodo 3 settimane. Quindi, trovandomi ancora dall’altro capo del mondo, comincio a realizzare che presto mi sarei  diretta verso un’altra e nuova destinazione che non mi aveva mai attirato perche’ troppo poco esotica a mio parere.

Le Canarie non le avevo mai considerate, sempre e solo vendute dalla mia bella scrivania in agenzia di viaggio, sinceramente non mi ispiravano, non potevo immaginare che a distanza di poco tempo me ne sarei follemente innamorata.

Le Canarie sono dei puntini buttati in mezzo all’oceano Atlantico territorialmente più vicine al Marocco che alla Spagna, hanno un clima fantastico 12 mesi l’anno, ma soprattutto si raggiungono dall’Italia con 4 ore di volo .

Non avrei davvero mai immaginato che trovarmi a Fuerteventura a gennaio con luce fino alle 20.00 e sole tutto il giorno mi avrebbe fatto dimenticare che a Milano continuava l’inverno, sì perchè mentre di giorno giri in pantaloncini infradito e maglietta la sera aggiungi una felpa .

Fuerteventura è l’isola più selvaggia di tutto l’arcipelago, quella meno costruita, quella con le spiagge bianche, le dune di sabbia  ed i colori del mare che ricordano i Caraibi, un’oasi di pace e calma, di sport e di movida serale se va di fare un po di “fiesta” a Corralejo, la meta dei kiters e dei surfisti.

L’entroterra è bellissimo puntellato di montagne, palme, radure, mulini a vento e cittadine dormienti che offrono qualche ristorantino tipico e negozi di artigianato locale.

Noleggiare un’auto è un’ottima  soluzione per visitare l’isola in lungo e in largo, ma soprattutto economica, infatti le tariffe sono veramente vantaggiose, ma tutto è a buon mercato alle Canarie dai ristoranti agli aperitivi, alla spesa al supermercato.. e i pomodori sanno di veri pomodori, me lo ripetevo ogni volta che li mangiavo! Il clima pulito dato dal vento permette di avere frutta e verdura locale che arriva da un’isola che si chiama Hierro, anch’essa di origine vulcanica .

Da Fuerteventura si può raggiungere con solo 30 minuti di traghetto la verde, vulcanica e nera Lanzarote, isola completamente diversa dalla sua vicina ma altrettanto bella e ricca di spiagge; le cittadine con le tipiche case bianche dalle porte verdi sono dei gioiellini incastonati nella natura. 

La cucina delle Canarie può essere considerata la più cosmopolita e ricca della Spagna e non mancano le tapas con accompagnamento di abbonante salsa aioli distesa su pane croccante .

Le isole Canarie ad un passo da noi sono il più valido e vicino posto esotico in Europa, mi sono ricreduta e sto facendo il conto alla rovescia per ritornarci il prima possibile tanto che ho appena fatto il passaporto anche al mio gatto!

Fuerteventura e Lanzarote
Le Canarie di Alessandra

Bhutan

I nostri racconti

Il mio viaggio in Buthan e Nepal mette insieme due paesi che meriterebbero un capitolo ciascuno, ma per ragioni logistiche, il Buthan non si raggiunge direttamente dall’Europa, quindi bisogna passare per forza dall’India, dal Tibet o da Nepal, e io ho scelto quest’ultimo.

Del Nepal sarebbe veramente ingiusto parlare, ho visitato quasi solo Katmandu, shackerata dal viaggio, e la mia guida era decisamente molto più veloce a spiegare che io a comprendere.

Del Buthan invece, c’è molto da dire… ma anche da vedere e camminare!

Il mio nuovo motto dell’epoca “I travel by myself” nasce proprio lì, la sera prima di affrontare il trekking per raggiungere il Tiger Nest, simbolo per eccellenza del paese grande come la Svizzera che misura il PIL con il livello di felicità dei sudditi del suo re (non pensate ad una somma matematica od ad una media aritmetica, ma più ad una sorta di consenso collettivo).

Non esistono foto del Tiger Nest all’interno, devo dire molto bravi, negli anni, con le perquisizioni e con il terrorismo in caso di tentativi più o meno riusciti.

La sera prima, dunque, arrivo con la mia guida e il mio autista, folli masticatori di una specie di tabacco rosso, in questa.. pensione…(non munita di stelle)… silenzio surreale, soprattutto nella sala dove veniva servita la cena. Mi è stato spiegato che a differenza degli altri pranzi e cene, in quel posto non potevo invitare i miei accompagnatori al tavolo. Odio mangiare da sola, perchè diventa una veloce formalità. Scorgo dunque un’arzilla signora dai capelli d’argento, anche lei “da sola”, e con un po’ di sfrontatezza le chiedo se vuole unirsi a me per cena. Mi fa accomodare al suo tavolo, e le chiedo subito “do you travel alone?” Per sapere che cosa aspettarmi. E lì dispiega la sua grazia, di cui avrei fatto un po’ più di conoscenza nell’abbandonate ora successiva… “darling, I travel by myself! And I suppose you do the same. Don’t say you travel “alone”… it’s a matter of mindset!” E da quel giorno non ho più viaggiato “da sola”.

La signora argentina era già stata quel giorno al Tiger Nest e sarebbe partita l’indomani, quindi non le conveniva comprare una bottiglia di vino per la cena… ma se lo avessi fatto io, che sarei rimasta anche la sera successiva, ne avrebbe bevuto un bicchiere volentieri. Neanche a dirlo, il discutibile liquido rosso finì tra le risate quella sera, e la mia “wish list” si allungò molto dopo aver ascoltato i suoi racconti.

Partenza prima dell’alba, perchè bisogna salire molto presto, quando c’è poca gente, altrimenti non si vede nulla, e poi perchè al pomeriggio piove sempre. Quando incontro la mia giovane guida nella hall, mi carica 2 litri d’acqua nello zaino, e se ne mette, altrettanti, sempre per me, nel suo borsino, nascosto sotto al suo abito ufficiale buthanese. “You’ll need to drink” ma, neanche al grido “l’acqua che elimina l’acqua”, avrei pensato di bere 4 litri nell’ora e mezza che ci ha messo a guidarmi su (moribonda) fino al punto panoramico, metà del cammino! La vista però di quel tempio incastonato nella roccia, che sfida le leggi di gravità, e che fa sembrare la costruzione delle piramidi uno scherzo, ripaga abbondantemente della fatica, della mancanza di fiato per la mancanza di ossigeno (l’intero Buthan si erge al di sopra dei 2.000m) e della schiena fradicia che gelerà nella mezz’ora di discesa successiva, per poi dare lo strappo finale e ribagnarsi sull’altro versante della montagna che porta all’ingresso del Nido della Tigre.

Quello che si vede all’interno… Beh, dovete andarlo a scoprire, perchè, come detto, parte della magia sta nel fatto che si può solo vedere e imprimere nella propria memoria, ma non “immortalare”, e nell’era dei telefoni-macchine fotografiche, della registrazione a discapito dell’esperienza, è essa stessa l’esperienza.

 

Bhutan
Bhutan by Myself - Anna

Myanmar, Bagan

I nostri racconti

Come da tradizione, da qualche anno a questa parte, io e Marco, il mio fidanzato, decidiamo di passare il capodanno fuori casa e tendenzialmente, ma questa non è la regola, alla ricerca di caldo. 

Così, dopo Thailandia, Sri-Lanka, Cuba e Perù, per festeggiare la fine del 2019 decidiamo di optare per il Myanmar. 

Inutile forse parlarvi della bellezza di questo paese che, dal punto di vista politico e non solo, ne ha passate davvero tante, ma che è custode di meraviglie incredibili e che sa accogliere il visitatore come pochi altri posti al mondo. 

Potrei stare ore a raccontarvi delle sue tradizioni ancora così forti, dei villaggi sull’acqua, dei suoi colorati mercati, di templi e luoghi di culto incredibili, di uomini che pescano con i piedi, di Buddha coperti di foglie d’oro, della cucina tipica (delle fritture spaziali, roba da reggere il confronto addirittura con quelle della nonna), i sorrisi della gente, l’ospitalità e l’autenticità, cosa sempre più rara sopratutto nelle mete prese di mira dal turismo di massa, ma questo sembra non essere ancora il caso del Myanmar. 

Tra le tante avventure vissute in questa terra meravigliosa, la mattina del 29 Dicembre decidiamo di fare qualcosa di completamente nuovo, di volare in mongolfiera sopra Bagan, la valle dei templi. L’esperienza non è propriamente economica, ma a parer mio ne vale davvero la pena. 

Immancabile sveglia prima dell’alba per poter ammirare il sorgere del sole ma, neanche a dirlo, io mi alzo con l’influenza, naso gocciolante e tremori. Ma poco importa, l’emozione di fare qualcosa di nuovo è così forte, che di sicuro non sarebbe stato un raffreddore a fermarmi. 

Un vecchio pulmino rosso fiammante, tutto rimesso a nuovo, passa a prelevarci e si parte con il giro di qualche altro hotel per arrivare alla base dove ci verranno date tutte le istruzioni necessarie e del the caldo prima di partire. 

L’emozione sale nel vedere come, ancora nel buio totale delle prime ore del mattino, vengano gonfiati, con delle fiammate che illuminano tutta l’area, questi giganti palloni rossi che ci condurranno sopra la valle dei templi. 

Si sale e si parte. L’emozione è forte e, se non si è mai saliti in mongolfiera prima, difficile da spiegare. É tutto così rilassante, non si avverte minimamente la sensazione di vertigine che mi sarei aspettata, sembra di essere sospesi, di galleggiare nell’aria. Il silenzio viene rotto solo da qualche chiacchiera sottovoce, dal clic delle macchine fotografiche e dal rumore delle fiammate che ogni tanto alimentano il calore all’interno del pallone. 

Dopo la botta di adrenalina, mi accascio un momento sulla piccola panchina dal mio lato della cesta per cercare dei fazzoletti (ricorderete il naso gocciolante). Ecco che, nel “romanticismo del momento”, Marco si siede accanto a me, tira fuori anche lui qualcosa dallo zaino e mi porge una piccola e ovattata scatolina bianca (astutamente nascosta nello zaino e all’interno di un calzino). La apro ed è proprio quello che forse voi, a questo punto della storia, potreste anche aspettarvi, ma che io, seduta all’interno di una cesta sospesa nel cielo, posso assicurarvi non mi sarei nemmeno immaginata. 

La apro e scatta la domanda di rito, o meglio non proprio quella tradizionale, perché la sua domanda è: “Ti va?”, ma la mia risposta è quella classica: “Sì”. 

Così, con un bel po’ di commozione e tanta felicità si scende e si torna alla base. 

Si brinda con tutto il gruppo a quest’avventura, si alzano i bicchieri di champagne, ma in pochi sapranno che per noi quei festeggiamenti hanno il sapore di emozioni nuove e di una promessa. 

E niente.. dopo questa botta di felicità e una giornata estenuante in giro per templi e mercati, quella sera io la passerò a letto, con la cena in camera e la febbre (che passerà subito il giorno dopo, ma che attaccherò a Marco… del resto la formula dice “in salute e in malattia” no?). 

Una serata tra brodino e fazzoletti, ma con tanta gioia nel cuore, tanti bei pensieri nuovi nella testa ed un bellissimo anello, da far stringere al ritorno in Italia, nello zaino. 

Myanmar, Bagan
Il Myanmar di Cristina

Giappone d'inverno

I nostri racconti

Quando si pensa al Giappone si immaginano grandi metropoli con milioni di persone che vivono nella modernità dello skyline, ma il paese del Sol Levante regala anche luoghi che offrono esperienze naturalistiche uniche al mondo.

Nelle Alpi Centrali Giapponesi, diventate famose per le XVIII Olimpiadi invernali svolte nel 1968, esiste una delle avventure più magiche che un viaggiatore appassionato di natura possa fare nella vita: l’Oasi dei Macachi delle Nevi, il Jigokudani Monkey Park.

Queste “scimmie invernali” sono le uniche al mondo a vivere in totale libertà in prossimità di sorgenti termali naturali a contatto con l’uomo. Poterle ammirare nel loro habitat mentre rilassate si godono le terme, contornate da un paesaggio fiabesco, soprattutto nei mesi invernali quando la foresta che le ospita è imbiancata dalla neve, è veramente un’esperienza più unica che rara.

Avevo visto tanti documentari sui macachi delle nevi prima di poterli ammirare in natura e ancora ho in mente gli sguardi sereni di questi primati dalle facce rosse e dal pelo foltissimo che indisturbati si trastullano nell’acqua bollente.

Il viaggio per raggiungere quest’area del Giappone è molto suggestivo, si può prendere un treno velocissimo lo Shinkansen da Tokio o Osaka, per poi proseguire con un un altro treno panoramico che ricorda vagamente il rosso Bernina Express Svizzero e, una volta arrivati a Yudanaka, che è la cittadina più grande, si trovano vari bus che portano ai villaggi intorno alla valle.

Io ho pernottato in un ryokan, la classica locanda giapponese a gestione familiare, in una piccola località termale di nome Shibu Onsen (Onsen in giapponese significa sorgente termale). Questo villaggio dalle tipiche casette di legno, dalle stradine di ciottoli e dai piccoli templi immersi nella neve è magico quanto il parco delle scimmie. Qui ci si può rilassare tra i vapori termali e le prelibatezze della cucina giapponese, sempre con indosso il classico kimono ed i tipici zoccoli giapponesi, messi a disposizione per i pochissimi turisti che si avventurano nei vicoli ricoperti di neve per passare da un onsen all’altro.
Da queste parti non solo i macachi sono socievoli, anche la gente è più rilassata tanto che ho avuto la fortuna di partecipare alla festa del paese gustando Sake, mandarini e scaldandomi attorno al classico falò per bruciare i Daruma dell’anno precedente.

Il Giappone è uno dei luoghi più affascinanti da visitare per diversità di cultura e tradizioni e se ci si capita nei mesi invernali, una tappa da queste parti è un regalo che ogni viaggiatore dovrebbe fare a sé stesso.

Aspettiamo dunque con ansia il prossimo inverno.. ma sappiamo che anche la primavera Giapponese non è niente male! 😉

Giappone d'inverno
Il Giappone di Alessandra

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